Il valore artistico dell’opera pittorica di Teresa Borgia va ben al di la di una semplice ricerca iconografica, tesa, cioè, ad una mera descrizione della realtà, ma trae linfa vitale da una visione intimistica del suo vissuto e di un mondo che viene sempre più messo in subordina da una omologante cultura di derivazione prevalentemente mediatica.
Nella magica staticità delle sue nature morte, nelle sue suggestive “Marine”, nei poetici scorci di ambienti rurali, l’artista ritrae in realtà i tenui e sfocati colori del suo passato, i loquaci silenzi dei suoi vecchi, i commossi ricordi di una saggezza antica e profondamente sentita, le espressioni multiformi, insomma, di una umanità vibrante e ricca di valori: rappresentazione di un sogno che è anche un inno estatico e riverente alla sua terra.
La coerenza del linguaggio pittorico dell’artista, rispetto al carattere idillico dei suoi soggetti, viene messa in risalto da una pennellata mai aggressiva, caratterizzata anzi da toni soffusi che rivelano, peraltro, una appassionata e sincera partecipazione emotiva dell’autrice che sa indulgere con amore ora a particolari descrittivi di indubbio lirismo, ora a sapienti gestualità antiche, come nel dipinto “Marina al tramonto”, ove le pose e gli atteggiamenti dei pescatori vengono accentuati dai colori malinconici dell’imbrunire, come a voler sublimare l’incessante attività dell’uomo, atomo insignificante nella immensità dell’universo.
(Prof. Aldo Litrico)